Descrizione
In questo suo nuovo libro, Antonio Bux continua il suo personale controcanto poetico, elevando il corpo a corpo della parola, che si eleva e si perde, offrendo al lettore la propria interiorità, così come l’esternazione di un registro meramente tonale. Il risultato è un’anima perduta tra le ombre della pagina, l’eco di un fantasma che si specchia e si deforma, e i frammenti lirici sono ciò che rimane, l’alone di un vetro che in realtà è la poesia stessa, l’unico strumento che ha il poeta per dichiarare la propria esistenza. E se questa terza persona interiore non è altro che il rovescio della medaglia di una vita, la morte invece tace sibillina tra le parole, così come un amore indefinito e lontano è la patina sottile che permea l’intera raccolta.
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