Descrizione
Sotto la superficie del verso, il respiro profila una voce snervata dalle condizioni sociali, che sceglie di dialogizzare con i tessuti e le unità anatomiche, unici interlocutori superstiti nella normalizzazione uniformante dell’ecosistema. Roberto Addeo sottopone alla luce le emozioni, dalla prospettiva di un’entità prigioniera della sua matrice sensoria, consultando i tessuti, le componenti del sangue, il metabolismo, come fossero combattenti in prima linea in un conflitto il cui rivale avanza ineffabile nell’ombra della disinformazione. Il poema Bile riesce a coniugare l’estro e la sperimentazione linguistica con la munificenza comunicativa, e il suono riscopre nell’eremo dell’isolamento la sua ragion d’essere un dilemma compiuto.
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