Descrizione
ComāĆØ che a tre giorni dal matrimonio vuoi dormire ā morire? ā sotto la coltre spessa della neve? (Neve) Da dove nasce questa spinta stramba a passare due tre volte col rosso davanti al vigile allāincrocio? (Piedi bolliti) E questo trascorrere i pomeriggi a guardarti una vecchia cartolina nel tuo bilocale al sesto piano? (Toast ben fatto)Ā
Sono i protagonisti stessi a interrogarsi, giovani e anziani: il loro mood ĆØ la malinconia, ma la tristezza non li ha induriti, ĆØ rimasta la possibilitĆ di un varco, non ĆØ stata cancellata del tutto la memoria.Ā
Cade allora lo scarto, il soprassalto, lo stacco, lāimpulso non spento in cui riposa il senso stesso dei racconti. Edi Tonon attraversa per esempio la vecchiaia come fosse un territorio inesplorato, restituendoci tutta lāamarezza e la drammaticitĆ , ma anche le gioie e le scoperte che la nuova condizione di Ā«azzoppatoĀ» (dallāetĆ e dal disincanto) gli portano in dote. Ne nasce una sorta di ādiario in pubblicoā dai toni tragicomici, dove il Ā«gerontolescenteĀ» del titolo ĆØ un irco-cervo fra lāadolescente e il convalescente, un estroso flĆ¢neur che si apre alla conoscenza della vecchiaia come condizione capace di Ā«fargli vedereĀ», e dunque di Ā«guarirloĀ», dallāinganno dei falsi miti dellāesistenza attiva.Ā
Il ribaltamento di prospettiva che ne consegue investe anche il linguaggio. In Declassamento, lāombroso e ruvido disabile trova un suo interlocutore e allora parte e racconta di come si era quasi innamorato di una vicina somala, perduta la quale ha visto la madonna. Il ragazzo di KakĆ , inerme, mutilato nelle sue pulsioni, alla fine dĆ di matto e spacca il guscio.Ā
Per chiudere coi protagonisti di Vecchi: una comune di anziani che vive allāinsegna di una paradossale libertĆ di costumi, in un crescendo anche linguistico esplosivo, che ricorda un Altri libertini dellāetĆ estremaā¦Ā
Citazione dal testo
Incassata una prolungata vacanza in seguito a un accidente che lo ha Ā«bastonato inopinatamenteĀ», Edi Tonon insegnante in etĆ matura formatosi Ā«quando cāera il comunismoĀ» nel Ā«predopomuroĀ» si muove, fisicamente e metaforicamente Ā«zoppoĀ», tra prima e seconda casa in una riposta borgata di montagna dove, adesso che Ā«cāha un bel poā di tempoĀ», che Ā«si sente un poco nel desertoĀ», che ĆØ Ā«preso un poco da sgomentoĀ», indulge a guardarsi nello specchio e si scopre geneticamente modificato, vale a dire Ā«tutto postmoderno narcisistaĀ», nonchĆ© Ā«toā! di punto in bianco vecchioĀ»: quanto basta per concepire lāidea (che invece Ā«quando cāera il Comunismo mica stavo a prendere nota, a scrivere paroleĀ») di mettersi su carta per riscattarsi cosƬ dal prolungato anonimato e marciare coi tempi (Ā«che sei parte ormai della stupiditĆ della postmoderna umanitĆ , chĆ© lei dilaga parla si esibisceĀ»). DĆ il via cosƬ Edi Tonon ā sedotto dallo spettacolino della propria vita quotidiana e della propria banalitĆ esistenziale e dal suo essere un bel niente guardato e visto da se stesso come un bel niente ā a un suo domestico provinciale estemporaneo mite reality monologante in forma di Ā«romanzetto veloce che si leggeĀ», Ā«estrosoĀ», ora Ā«ansiosoĀ» ora Ā«festosoĀ», ora Ā«querelosoĀ», che ci tiene ad esser Ā«decorosoĀ» e Ā«dignitosoĀ», che ĆØ Ā«tanto montagnoso e boscoso ed ĆØ pure pratosoĀ», che vorrebbe essere Ā«flessuosoĀ» e pure Ā«saporosoĀ» e magari addirittura Ā«vigorosoĀ» ed ĆØ pure Ā«amorosoĀ».
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