Descrizione
Premessa: da Trans di Pavel HakĀ non aspettatevi narrativa tradizionale o trame a orologeria; ĆØ una corsa contro il tempo, ĆØ un calarsi nella violenza, una violenza continua e direi nata e cresciuta insieme allĀ“uomo.
Di uomini si parla, ma soprattutto di corpi: corpi migranti e corpi in fuga, come quello di Wu Tse, che cerca di scappare da un regime totalitario e – come in certi cartoni animati giapponesi – sembra sempre cadereĀ in una disgrazia o un pericolo peggiore del precedente. Migrante, quindi criminale e impossibilitato a fermarsi.
Hak ĆØ un autore ceco/francese, scrive in questĀ“ultima lingua ed ĆØ abbastanza discusso, proprio per il suo essere cosƬ profondamente anti-tradizionale, nei temi e nello stile..Ć fondamentalmente scrittore di guerra e (termine che ricorre in questa recensione, ma ĆØ inevitabile) di violenza.
Violenza continua. Lotta del lettore con i suoi nervi.
Con queste due frasi nominali qua sopra vi ho dato un esempio del suo stile, dove questo tipo di accorgimento viene usato per aprire e chiudere le singole scene, come un attimo di calma apparente prima di rimettersi a correre (e come giĆ ho cercato di far capire, al lettore viene richiesto di correre con i personaggi).
Il romanzo ĆØ un poĀ“azione, un poĀ“parabola, un poĀ“allegoria: lĀ“allegoria di un mondo nel quale i corpi valgono soprattutto in quanto merce, per la loro forza lavoro, unitĆ di produzioneĀ e nel quale ĆØ impossibile un reale riscatto e se ĆØ possibile amare, il sentimento va rimosso subito, perchĆ© ĆØ destinato a creare ancora piĆ¹ sofferenza, come un piacere che va gustato una volta sola, prima che si guasti, sopraffatto dalla necessitĆ di sopravvivere e dallĀ“obbligo di fare qualsiasi cosa, sacrificare qualsiasi sentimento o morale, per raggiungere questo scopo – destinato peraltro a non produrre alcun premio.
In questo e in altre caratteristiche, in primis per essere una storia che non si legge tutti i giorni, Trans e Hak mi hanno ricordato lĀ“ungherese Krasznahorkai (che recensiiĀ QUI), che ĆØ addirittura piĆ¹ denso e filosofico, e che pure sfida il lettore, lo sfida davvero, gli richiede quel quid di fatica e partecipazione che fa scattare un fatidico clic, quello che ti suggerisce che tu stia leggendo qualcosa di eccezionale (nel senso di “eccezione” alla regola).
Un poĀ“racconto di guerra e violenza, un poĀ“Cuore di tenebra, un poĀ“cartone animato virato pulp e Walter Hill, Trans richiede partecipazione, sopportazione e un poĀ“di sospensione della incredulitĆ (alcuni passaggi logici sono sacrificati alla necessitĆ di spingere in avanti, sempre in avanti, seguendo un protagonista che – lui in primis – non sembra credere pienamente a quello che sta vivendo) ma ripaga con una storia indubitabilmente tesa, inconsueta, originale.
(Marco Patrone, Recensire il mondo)
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