Recensione a Il fosso di Edoardo Piazza

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di Silvana LAZZARINO

Il salto diventa necessario per accogliere un cambiamento: “Il fosso” (Transeuropa edizioni 2023) di Edoardo Piazza racconta di trasformazione e riscoperta guardando entro nuove prospettive ai sentieri tra luci e ombre di questa esistenza

La poesia accompagna all’ascolto profondo e autentico delle emozioni spesso a partire dal proprio vissuto, ma essa diventa anche l’occasione per attraversare con versi e parole solo apparentemente distanti per senso e significato, un percorso di rinnovata consapevolezza con cui rileggere in piena libertà il presente.

È quanto testimonia con linguaggio innovativo e dalle diverse sfumature interpretative, il poeta e scrittore Edoardo Piazza nella sua raccolta poetica dal titolo evocativo “Il fosso” edita da Transeuropa (2023) che fa pensare alle prove, alle sfide da affrontare nella vita prima di giungere a un cambiamento spesso necessario per evolversi.

In queste liriche polisemantiche, che si distanziano dal voler far immediato riferimento a una fedele rappresentazione di un contesto accaduto, visto, o sognato, emerge l’originalità con cui entro un cambio di paradigma ci si accosta al presente restituito con le sue luci e le sue ombre, con riferimenti al passato tra storia e mito per essere pronti a un futuro da ipotizzare e sfidare. In questo osservare l’esistenza attuale emergono tematiche con cui da sempre l’uomo è chiamato a confrontarsi: dal bisogno di riconoscimento alla paura della morte, dalla difficoltà a mantenere una comunicazione autentica a quel senso di infinito che porta l’individuo a guardare al di là dell’orizzonte e restare in ascolto del mistero della natura.

A partire dal titolo dell’opera dove incalza l’immagine del fosso volta a portare l’attenzione verso la necessità di superare l’ostacolo, di guardare oltre il rischio, si delinea la possibilità o il bisogno di un cambiamento verso l’evoluzione e il riscatto.

Sono proprio l’ostacolo e il cambiamento unitamente al senso di libertà a risuonare in questi versi per osservare oltre il proprio corpo, stando nell’ascolto e andando al di là del prevedibile così da ritrovare la possibilità di uscire da certi stereotipi e schemi limitanti legati ad abitudini e condizionamenti. Al cambiamento ad esempio quale possibilità per riemergere dalla consuetudine spesso noiosa e soffocante, viene fatto riferimento nella lirica Sirene come espresso nei versi:

Solo l’orizzonte può guarirci/ riempiendo i serbatoi di stupore/.  Solo il cambiamento può salvarci”.

Pur con diversi riferimenti legati alla storia, al mito, all’arte, alla società, all’ambiente inteso anche come natura e al rumore del progresso pressante che trascina con sé la noia e l’ansia, le liriche lasciano spazio a spiragli dove respirare l’energia del sogno e quella speranza che apre a un inatteso scenario in cui fatti, pensieri e riflessioni sono espressi tramite un metalinguaggio in linea con quanto accade nelle dinamiche metafisiche.

A proposito di metafisica si può trovare un aggancio con quanto emerge dalla corrente artistica della Metafisica, in cui le rappresentazioni riferite alla realtà sono presentate secondo prospettive differenti e quindi volte a restituire una visione misteriosa ed enigmatica. Similmente leggendo queste poesie il lettore potrebbe avvertite stupore e sorpresa, per certe descrizioni dalle atmosfere enigmatiche e sospese, ma anche leggere, che diventano parte dell’esistenza proprio per il cambio di prospettiva con cui sono restituite allo stesso lettore. Per riportare due esempi citiamo la lirica Matrimoni in cui l’autore sul finale riferendosi a Saturno guarda ai suoi anelli impossibili da raggiungere: “Gli anelli di Saturno/ non entrano nelle dita“  e anche la lirica Sorella Ansia dove affiora leggerezza quando scrive:

“… una scimmia ingessata, vestita in gessato/ Un agente di P.S. che si arresta da solo/ mette le manette ai polsi e si incunea nelle patrie galere”

L’opera poetica di Edoardo Piazza descrivendo pensieri e riflessioni sull’esistenza odierna, quasi in connessione con le atmosfere che furono della Beat Generation, mette in campo il motivo della libertà ora da conquistare e promuovere, ora da proteggere e ritrovare quale formula per non perdere di vista se stessi e le diverse possibilità di cambiare armonizzando le proprie peculiarità. Libertà anche nella scelta di parole il cui senso spetta all’interpretazione del lettore a seconda del suo sentire. Sono messe in gioco parole il cui significato appare in parte un po’ falsato, in linea con l’imprevedibilità dell’esistenza espressa anche nel Siddharta.

“Il fosso non è solo un andare contro corrente sul piano dei sintagmi e del significato delle parole: il libro di poesie di Edoardo Piazza grazie anche ad uno stile quasi anticonformista invita pure con velata arguzia ad assumere uno sguardo innovativo sulla realtà e i fatti che accadono, da prendere talora con leggerezza che non vuol dire però superficialità, ma serenità e spensieratezza.

Uno sguardo che scardina le regole del prevedibile e introduce nello stravolgimento di una “travolgente” avventura: questo tempo del viaggio forse potrebbe essere visto proprio come un’esperienza dove perdersi e ritrovarsi, creare distanze e ricongiungimenti, portando quella speranza quale luce nella notte per non dimenticare chi si è veramente.

Edoardo Piazza si occupa di editing e correzione bozze, oltre ad essere organizzatore di “raduni poetici” e dibattiti sulla poesia contemporanea. Ha pubblicato la raccolta “Container!” con Edizioni Ensemble e il romanzo “Il Capodanno di Umberto Rose”, uscito nel 2020 per Apollo Edizioni. È in uscita nel 2024 il suo nuovo romanzo “I cattivi poeti” per l’editore Les Flâneurs.

Silvana LAZZARINO  Roma, 6 luglio 2024

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