Descrizione
In questo nuovo e ampio libro – un'edizione appena ristampata, rivista e aggiornata dall'autore – Fornari sviluppa le tesi principali del suo ventennale lavoro, dedicato all’origine della cultura dal sacrificio e alle ripercussioni che tale acquisizione può avere, oltre che sulla nostra comprensione della storia del pensiero, anche e specialmente sull’attuale percezione dell’identità umana e del suo destino. Prendendo spunto dal lungo confronto teorico con René Girard, Giuseppe Fornari evidenzia la centralità di una misconosciuta tradizione di pensiero, risalente a Nietzsche e al suo annuncio della morte di Dio, e rappresentata da una serie di pensatori (Durkheim, Freud, Bataille, Girard, e altri) che, in modi illuminanti quanto parziali, hanno fornito tasselli preziosi al fine di comporre lo sconosciuto mosaico dell’immagine umana; una tradizione che si combina qui con la più alta tradizione filosofica della modernità, rappresentata principalmente da Husserl e da Heidegger.
Attraverso questi confronti l’autore propone la sua concezione mediatoria o estatico-oggettuale, capace di comporre in un quadro unitario il pensiero greco (dai presocratici ad Aristotele), la tradizione ebraica e cristiana (oggetto di una ricostruzione storico-critica del tutto innovativa), il pensiero medievale (qui esemplificato da Dante), la cultura moderna (illustrata, oltre che dalla filosofia, da intellettuali come Calasso, e da scrittori come Manzoni e Kafka): a emergere è una nuova idea di storicità, radicale perché fondata sulla consapevolezza delle sue radici fragili e umane, e aperta, appunto per questo, sugli orizzonti inesplorati del pensiero futuro.
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