Recensione a Vite attese di Silvia Rivolta

Transeuropa Edizioni Recensione Recensione a Vite attese di Silvia Rivolta
0 Comments

L’insaturità è la cifra stilistica predominante dell’ultimo romanzo di Silvia Rivolta, “Vite attese”, evocazione sottile ma potente di emozioni variegate dell’animo umano, trasmesse mediante una scrittura sensoriale, dal tocco a tratti proustiano. Quella di Rivolta è una prosa poetica a tutti gli effetti, che immerge il lettore in sensazioni psicofisiche multiple, simultanee, mediate da una scrittura associativa, rifrattiva. L’autrice utilizza infatti il linguaggio come una sonda introspettiva per cogliere i vissuti dolorosi dei personaggi che attraversano la storia, in primis quelli della protagonista, Claudia Mariani, una giovane psicoterapeuta che desidera intensamente un figlio. Il marito Ettore appare fin da subito preso da altri pensieri che riguardano principalmente il suo successo come enologo che passa il suo tempo ad organizzare eventi di degustazione di vini, e non sembra cogliere il travaglio emotivo di sua moglie.

Ma il romanzo pone immediatamente in parallelo questa vicenda, in fondo così semplice – quanto dolorosamente vissuta – e comune a molte donne e a molte coppie, con la vicenda di una nuova giovane paziente di Claudia, Roberta, e con quella di Beppe, il custode di una villa antistante alla comunità psichiatrica in cui Claudia presta servizio. Ho usato più sopra il termine “proustiano” non a caso, e soprattutto senza intenzioni enfatiche di sorta: è il tema della memoria, e il suo intreccio con quello dell’affettività, il vero motore di questo romanzo. La protagonista rievoca, attraverso l’incontro di diversi “destini personali” (Bodei, 2002), tracce mnestiche che rimandano alla sua infanzia, al rapporto con la madre, ai sensi di colpa relativi al rapporto col fratello. Un passato che viene alla mente della protagonista proprio nel tessuto quotidiano, nel minimalismo – in senso letterario – dei suoi dialoghi con altri personaggi presenti nel libro.

È Roberta, la nuova paziente che entra in Comunità, a muovere particolarmente le emozioni di Claudia, a diventare la “madeleine” che apre nuove strade al ricordo. Qui il tessuto narrativo si intreccia visibilmente con l’esperienza clinica e psicoanalitica dell’Autrice, che è analista della Società svizzera di psicoanalisi. La dialettica transfert-controtransfert è descritta in modo molto lirico e viene sottolineata in modo magistrale la trama intersoggettiva di tale dialettica. La relazione terapeutica per Rivolta sembra essere infatti un “noi” più che  una relazione  “io-tu”. Rivolta sembra attingere cioè a uno sfondo filosofico non tanto vicino a quello di Martin Buber, cioè al “principio dialogico” tra sé e altro (Buber, 1997), ma piuttosto a quello di una psichiatria fenomenologica, e soprattutto a una psicoanalisi intersoggettivista contemporanea, accostabile al pensiero post-bioniano di Civitarese (2011, 2018) e a Ferro (2007, 2010), che si rifanno alla fenomenologia husserliana e a Merleau-Ponty (1945). Il “toccarsi” di due anime (come il toccarsi delle due mani nella nota metafora di Merleau-Ponty), il desiderio di “vite attese”, diventa infatti per l’autrice appunto un “noi”, un’area emotiva in cui scompare il confine tra sé e altro, un vissuto comune che diventa un campo emotivo co-creato e che vive di vita propria. La “vita attesa” di cui ci parla Silvia Rivolta, è dunque da intendersi come l’attesa fiduciosa di un sentire comune, in primis quello tra madre e bambino, assolutamente necessario perché la vita possa crescere e svilupparsi, così come il pensiero. Questa “attesa” non è tuttavia scevra da pericoli, e a volte può rivelarsi una trappola, come avviene nell’ultimo film di M. Night Shyamalan, “Trap” (2024), titolo paradigmatico di una regia a cui, a sua volta, la mia mente è scivolata associativamente dopo la lettura del libro di Silvia Rivolta. L’attesa può far comparire in controluce una trappola emotiva nel momento in cui, come avviene nel cinema di Shyamalan, la ricerca di una sicurezza impossibile, della realizzazione di una fantasia messianica, si traduce in pensiero persecutorio, in “claustrum” (Meltzer, 1992), in veri e propri “tormenti di anime” (Ferro, 2010). Per accendere l’insopprimibile scintilla della vita occorre farsi carico del vuoto della perdita e della morte, inscritta inestricabilmente nel mistero della vita stessa. Come nel cinema di Shyamalan, particolarmente nel suo “Trap”,  Rivolta ci ricorda che sebbene la realizzazione dei nostri desideri nella loro purezza non sia mai un dato acquisito, esistono sempre strade imprevedibili, determinate probabilisticamente dal caso. E’ proprio questo, in fondo, la vita: il nascere casuale di edere per talea, come avviene nel giardino di Beppe, la cui casa è di fronte alla Comunità di Roberta, altra “gabbia”, di “matti” questa volta, come è anche la vita. Pure il protagonista del film di Shyamalan, Cooper, un serial killer braccato dalla polizia all’interno di uno stadio in cui si sta svolgendo un concerto, dirà la stessa cosa, dolorosamente, attraverso questa frase: “Non esistono persone integre. Siamo tutti rotti”.

Aprirsi alla vita implica prendersi cura delle nostre parti rotte, dei nostri Sé dissociati (Bromberg, 2007), delle nostre memorie traumatiche, cioè significa occuparsi sia della vittima che del killer che mutualmente costruiscono in noi le identificazioni alienanti (Faimberg, 1995) più dannose. Tali identificazioni si innestano, come edera infestante sulla asimmetria della relazione primaria, punto cardine di attivazione della patologia narcisistica nell’incontro tra la competenza vitale e autopoietica del neonato e l’influenza delle proiezioni narcisistiche dei caregivers.

L’Autrice ci parla di tutto questo con una prosa ovviamente non tecnica, ma al contrario sognante, aperta, insatura. Silvia Rivolta sembra ribadire in questo libro l’idea heideggeriana secondo cui le parole della poesia sono la vera “dimora dell’Essere” (Heidegger, 1950).

Riferimenti bibliografici

Bodei, R. (2002). Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze. Milano, Feltrinelli.

Bromberg, P.M. (2007). Clinica del trauma e della dissociazione. Milano, Raffaello Cortina.

Buber, M. (1997). Il principio dialogico e altri saggi. A cura di A. Poma. Roma, Edizioni San Paolo, 2011.

Civitarese, G. (2011), La violenza delle emozioni, Milano, Raffaello Cortina.

Civitarese, G. (2018) Soggetti Sublimi. Esperienza estetica e intersoggettività in psicoanalisi, Milano, Mimesis Edizioni.

Faimberg, H. (1995). All’ascolto del télescopage delle generazioni. In: R. Kaës, H.

Ferro, A. (2007) Vivere le emozioni, evitare le emozioni,Raffaello Cortina, Milano.

Ferro A. (2010), Tormenti di anime. Passioni, sintomi, sogni, Raffaello Cortina, Milano

Heidegger, M. (1950). L’origine dell’opera d’arte, in Sentieri interrotti, presentazione e tr. it. di P. Chiodi, Firenze, La Nuova Italia 1968, pp. 3-69.

Kaës, R.; Faimberg, H., Enriquez, M., Baranes, J.J (1993) Trasmissione della vita psichica tra generazioni. Roma, Borla 1995.

Meltzer, D. (1992). Claustrum. Uno studio dei fenomeni claustrofobici. Milano, Raffaello Cortina.

Merleau-Ponty, M. (1945), Fenomenologia della percezione, Milano, Bompiani, 2003.

Recensione di Angelo Antonio Moroni sulla rivista della Società Psicanalitica Italiana

Categories:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Recensione a Materia prima di Sergio Oricci
Materia prima / Le installazioni di Sergio Oricci È uscito per Transeuropa Edizioni, storica casa
Recensione a Il fosso di Edoardo Piazza
di Silvana LAZZARINO Il salto diventa necessario per accogliere un cambiamento: “Il fosso” (Transeuropa edizioni
Recensione a Vite attese di Silvia Rivolta
Vive, l’autrice. Vive e attende. Nel libro “Vite attese” lo fa circolando con attenzione nella
Recensione a Céline en voyage di Stefano Lanuzza
Céline en voyage di Stefano Lanuzza è un saggio penetrante che esplora l’universo complesso e
Intervista di Repubblica a Silvia Rivolta per Vite attese
“Vite attese”, il romanzo di Silvia Rivolta che indaga il legame tra genitori e figli
Recensione a Il quindicesimo compleanno di Rosaura Galbiati
“Il libro di Rosaura Galbiati, Il quindicesimo compleanno, Transeuropa, Massa 2023, non è facile da
Recensione a “Il sentimento non dicibile dell’oggi” di Francesco Scapecchi
Tu, se sai dire, dillo, dillo a qualcuno Alcuni anni fa Gianluigi Simonetti, parlando dell’uscita
Recensione a L’Apocalisse della Sfinge di Francesco Tigani
Francesco Tigani è ricercatore attento e scrupoloso, oltre ad aver dato prova di essere un
Recensione a Visioni di Riccardo Bizzarri
Osservatorio Poetico di Sonia Caporossi | Riccardo Bizzarri Ciclo sulla madre dopo “L’uomo e i
Recensione a “Quando abbiamo smesso di pensare” di Davide Miccione
LA FINE DELLE IDEOLOGIE (DEGLI ALTRI) Marta Mancini 18-04-2024 La nostra epoca non è certo
Recensione a Il sommo revival di Gabriele Galligani
Edito da Transeuropa, «Il sommo revival. La società dello spettacolo nei romanzi di Pier Vittorio
Recensione a Il fosso di Edoardo Piazza
«Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po’ diverso quando lo si
Recensione a Sinfonia di un bosco in rivolta di Paola Massoni
La scrittrice, compositrice e musicista Paola Massoni presenta Sinfonia di un bosco in rivolta, una
Recensione a Minime di Gabriele Berardi (con intervista)
Sofferenza, inquietudine, malinconia, rimpianto e speranza sono le sensazioni e gli stati d’animo che caratterizzano
Recensione a Sinfonia di un bosco in rivolta di Paola Massoni
Che poi qualcuno potrebbe dire che il titolo, Sinfonia di un bosco in rivolta, è
Recensione a Una vita maledetta di Gabriella Guidi
Gabriella Guidi esordisce in libreria con un romanzo forte e passionale, una storia vera che
Recensione a Nuvole Coraggiose di Raffaele Solitario
‘Nuvole coraggiose’ percorrono il cielo tra Ancona, l’Inghilterra, l’India e la Thailandia. Non portano pioggia,
Recensione alla cover di “Murati vivi” di Roberto Addeo
Sul Sole24 di domenica 15 gennaio 2024 recensione top alla cover di Murati Vivi, romanzo
Recensione a “Mi farò punteggiatura” di Nadia Dalle Vedove
Si intitola “Mi farò punteggiatura” (Transeuropa Editore, pag. 54, euro 15) l’ultimo libro di Nadia
Recensione a Un giorno adesso di Oronzo Liuzzi
Il verso lungo quasi narrante intercede per lo sviluppo di un flusso evidenziato nel sostegno
Recensione a L’animale umano di Tommaso Barbanera
Il primo romanzo di Tommaso Barbanera si segnala per una sincerità disarmante – una specie
Recensione a La ricostruzione di Parigi di Paolo Gera
La ricostruzione di Parigi (ai tempi della presente guerra)” è un libro singolare che interseca
Recensione a Un giorno adesso di Oronzo Liuzzi
Corposo poemetto in sessanta paragrafi, o minitesti, delicatamente proposto nella immersione della parola che qui
Recensione a Il passaporto della cicogna bianca
«Ciò che colpisce, leggendo, è l’uso raffinato e scanzonato ad un tempo della lingua italiana
Recensione a Wilhelm Reich libertario
Damiano Mazzotti ricostruisce i passaggi principale del volume che Andrea Pitto dedica al pensatore e
Recensione a Diario degli amori difficili
Un'attenta analisi del libro a quadri di Giacomo Sillari, la cui struttura ricorda al recensore
Recensione a Pasti caldi giù all’ospizio
Il curatore dell'antologia, Roberto Addeo, racconta la nascita e le regioni del progetto in una
Recensione a Sala d’attesa di Sergio D’Amaro
L'autore si sofferma, nella sua analisi critica e interpretativa, sulla sezione Sala d’attesa che rappresenta l’autentica novità
Recensione ad “Amori & disincanti” di Valerio Vigliaturo
Valerio Vigliaturo, Amori & Disincanti, transeuropa, 2020 Valerio Vigliaturo, narratore e cantante jazz, esordisce in poesia
Recensione a Emergenze da fine del mondo
tavola di Lucio Filippucci da Emergenze da fine del mondo – Transeuropa Emergenze da fine
Recensione a Incisioni all’acquaforte di Gregorio Febbo
Personalità a largo spettro artistico, Gregorio Febbo affronta, in questa sua silloge poetica, gli eterni
Recensione a “Limpida a guardare” di Michela Silla
Per ogni sole inertemi fingo linda e assorta;senza fatiche sul petto,né sparatorie di luce. Limpida
Le copertine della collana Transeuropa Lab finiscono in galleria d’arte
Le copertine essenziali, ispirate alla sobrietà di J. D. Salinger, della collana Transeuropa Lab sono
Recensione a “Mercati & mercati” di Antonio Semproni
Ci sono mercati di frutta, verdura e formaggi e mercati di blue chips, bond e bitcoin mercati
La seduzione del falso. Intervista a Emiliano Ventura
di Claudio O. Menafra Senti, Filocle, mi sai dire qual è mai la molla che scatena
Recensione a “La calligrafia come arte della guerra” di Andrea Tarabbia
Quando la luce fa paura. “La calligrafia come arte della guerra” di Andrea Tarabbia di Francesca
Recensione a “Lucida tela” di Valerio Cuccaroni
a cura di Lorenzo Favaper Lucida tela (Transeuropa, 2022)fotografia di Dino Ignani Se dovessi scegliere un verso che facesse
Recensione a “Senza titoli. Sovversi” di Mirko Boncaldo
con le punta di dita, rorida come brina sulle sgretolate screpolature vieni e sobilli atavici
Recensione a “Tempo 4/4” di Piero Toto
Nota di Luca Cenacchi «cosa sono io per te?» – Esistenzialismo interazionale e discoteca in tempo
Recensione “Murati vivi” di Roberto Addeo
Nel romanzo “Murati vivi” di Roberto Addeo, il lockdown del 2020 è un fatto marginale,
Recensione a Pugni a terra di Pier Paolo Flammini
In questa torrida estate mi ha accompagnato una lettura fra le altre estremamente interessante. Difficile
Recensione a Materia Prima di Sergio Oricci con intervista
Materia Prima è un romanzo-installazione di Sergio Oricci prodotto da Transeuropa nel 2024 che organizza
Recensione a Bibliofauna di Giovanni Pestelli
Chi avrebbe potuto concepire questa gustosa plaquette di scritti brevi, surrealistici, raffinati, riconducibili ai piani
Recensione a Materia prima di Sergio Oricci
Oricci un Dannunzio dei nostri giorni? Ricevo un’”opera prima”  di Segio Oricci,  che si presenta
Recensione a La ricostruzione di parigi di Paolo Gera
 La brossura, sobria, col titolo defilato in alto, mi ricorda quella dei testi, discreti ed