Recensione a Materia prima di Sergio Oricci

Transeuropa Edizioni Recensione Recensione a Materia prima di Sergio Oricci

Oricci un Dannunzio dei nostri giorni?

Ricevo un’”opera prima”  di Segio Oricci,  che si presenta molto bene in quanto edito da Transeuropa, la firma storica da cui Canalini ha fatto uscire quasi tutta la  gloriosa produzione di RicercaRe, e un cui ramo ora ha pure accettato l’onere di ripubblicare in edizione ampliata il mio Autoritratto a stampa.

Devo die che ho scorso con diffidenza i primi capitoli di quest’opera, il cui autore mi è sembrato tropo impegnato a svolgere giochi di sponda, con cambi di voce  e  svolgimenti di avventure non molto diverse da quanto ci offre oggi il main stream, insomma quasi normale amministrazione. Ma invece mi ha persuaso e perfino toccato il capitolo finale che dà il  nome all’intera opera, Materia prima.

Oso fare in merito una confessione, vi ho trovato un clima da ricordare il D’Annunzio più noto e più in forma, quello della Pioggia nel pineto, che non è affatto un inno alla musicalità ma alla precisione descrittiva, come se tra tutti i sensi, forse proprio escluso quello musicale, a vantaggio di tutti i segnali e fenomeni e accidenti che vengono dalla terra, dalla vegetazione. Naturalmente il Vate svolge tutto questo in un clima elevato, degno della sia eccellenza e di poeta che vuole conquistare la notorietà.

Il nostro Oricci invece vola basso, a livello di suolo, o addirittura di sottosuolo, ma è ugualmente agguerrito, puntuale, efficace se ci parla di lombrichi che si attorcigliano attorno alle gambe o ad altri  incontri condotti pur sempre nel sottosuolo, dove appunto è  custodita la materia prima di cui è fatta tutta la nostra esperienza sensoriale, e che il nostro narratore sa mettere in gioco molto bene  rastrellando il terreno, facendone emergere mostri, prodigi, attrazioni.  Ua narrazione che avvince proprio per il suo carattere basso, raso terra, o anche con immersione nei primi strati, insomma un vero omaggio alla materia prima di cui tutti dovremmo prendere coscienza, seguire il suo empio, procedere a suo modo con scavi continui e proficui.

Articolo di Renato Barilli, 19 Luglio 2024

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