Ci sono mercati di frutta, verdura e formaggi
e mercati di blue chips, bond e bitcoin
mercati dove l’uomo mangia pane
e mercati dove l’uomo ha sempre fame
Ci sono storie, scritte sui social, tra video di signore che si fanno il trucco, bambini che ancora neonati sono esibiti come star del cinema, storie di prostituzione, vendetta, mafia e ndrangheta, pubblicità di questo o quel politico e del suo clan, addirittura i prelati parlano della situazione economica e sociale e poco dell’anima, ci sono oche e pulcini, detersivi e servizi sulle guerre qui o là, i droni e i padroni delle fabbriche, le imprese edilizie e i bonus e i superbonus, le modelle e le padelle, le mascherine non solo di carnevale… E ancora una valanga di tante tante altre cose, messe alla rinfusa nelle corsie di un grande ipermercato virtuale e non sempre virtuoso, dove appunto si trova di tutto, comprese le scorie radioattive, la morte per tortura e per fame, per virus sguinzagliati come cani per braccare le persone, attentati e penne o pc, piumini e costruzioni in acciaio, in canapa, di fibra di legno. Assolutamente un continuo spaccio di greendove quello che riguarda il pass non protegge nessuno e incarta l’imbecillità di chi, senza un supporto vero su cui appoggiarsi, cioè senza il bastone a cui si riferivano i latini, si fida salvo poi lasciarci la pelle. Ci sono le vetrine delle influencer, e quelle degli osteopati che ti manipolano le vertebre uno scrocco dopo l’altro, quelli che propongono diete e le bistecche di manzo in offerta, oltre a quelle di sintesi, la pasta per celiaci, quella al farro, o di polvere di grilli e ci sono anche i fari in svendita, con i pannolini per bambini e il latte di mandorla, da bere, i digestivi e i detersivi, le parrucche e i tumori al seno, al fegato, al colon, i bambini sventrati e le donne sgozzate o impiccate in paesi lontani ma anche nelle piazze dei paesi o delle città, dove si vive e si muore, come sempre, forse più in fretta e prima di arrivare alla senilità. Tutto corre, scorre in fretta, tutto si gonfia ed esplode. Il conto corrente nei depositi di taluni e verde, anzi rosso, un sangue che dirompe, in chi non ha altro deposito che l’indigenza, perché lo hanno licenziato per migrazione della fabbrica in oriente, o all’est, dove tutto costa meno e le tasse non hanno il peso come da queste nostre parti. Un mondo per niente a modo che tiene al fisico, e va in palestra, ma il fisco froda. Un mondo di scolarizzazione avanzata dove si impara sempre di meno perché tutto è già bello e scodellato da ogni genere di pensiero, infilato come un siero nel cervello che si fa sempre più ottuso. La medicina rincorre i profitti delle grandi multinazionali invece che la salute della gente, le leggi sono cancellazioni di equità a favore di palesi tornaconto di certuni, sempre i soliti che si ingrassano e gozzovigliano sulla stupidità e la sottomissione dei disgraziati che credono alle supreme fandonie che raccontano, come favole contemporanee e galassie di finto benessere da consumo e sono le stesse di quaranta anni fa. Oh! Il buon padre di famiglia che governa con la spranga e poi ti dà la caramella quando piangi e gli volti la schiena.
Questo e ancora altro, ogni genere di mercato e osservazione tra l’ironico e l’amaro, profondamente amaro, abbonda tra le righe esposte in questo libro, Mercati & Mercati, di Antonio Semproni per Transeuropa edizioni. C’è da domandarsi se la poesia, o la letteratura in generale, sia anch’essa ridotta a mercanzia invece di mostrare, come qui avviene praticamente ad ogni pagina, l’autopsia del nostro cadavere, perché sembra che la sensibilità, non solo la logica di cui oggi sembra si faccia largo uso e viene sbandierata anche quando logica non è per niente, siano soltanto lo spettro di un fantasma di società che non pensa realmente e non lega ogni elemento con l’altro come nei fatti succede ma, chiusa in bare televisive, o internettiane, crede che la vicinanza sia una firma per una qualche campagna, o l’amicizia chiesta in fb, una serie di foto su Instagram, un Tik-Tok , un video su Vimeo o YouTube, invece è ancora più grande, immensa distanza da sé e dagli altri. La scrittura, c’è chi ancora lo sa, è stata inventata 5000 anni fa ma non c’è verso e non c’è tempo in cui quel che è stato scritto corrisponda, prima di tutto per sé, ad una lezione di onestà, ad una comunicazione vera, per creare un ponte tra noi e gli altri, per guardare riga per riga chi siamo e cosa ci facciamo su questo disastrato pianeta, fatto di terra e sospeso tra le galassie, non numero e peso, un prezzo da listino per la borsa di Capitol city, insomma materiale da mercati e mercati.
Fernanda Ferraresso
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claesz pieter- natura morta con aringa
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in epigrafe a mercati & mercati
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Testi tratti da Mercati & Mercati, di Antonio Semproni
Medicina del lavoro
I medici del lavoro avvicinano lo stetoscopio
alle mura della fabbrica
quanti starnuti?
quanti colpi di tosse?
quanti rantoli al minuto?
si devono stilare statistiche
che non guardino in faccia nessuno
.
Braccianti
Se si accasciano sui pomodori
la scena non è attrezzata per il sangue
nemmeno finto
vanno raccolti all’istante
trascinati nei casolari
senza risciacquo
nella pubblicità non compare la faccia
nella passata non va la pelle
.
Morti bianche
Se i bulloni fossero stati
immacolati come i bottoni sullo sparato
sigillati come il feretro
forse sarebbero venuti ad applaudire
ma avrebbero trovato i loro eroi troppo indaffarati
preferiscono statue silenziose, la solennità di un museo
.
Miniere
Giù nelle miniere scavano
per portare alla luce
oro e diamanti
che rappresentano materiali
preziosi
e le ossa dei compagni
che rappresentano materiali
di archeologia
ora che la loro specie è stata cancellata
da un’epocale esplosione del mercato
.
Fabbriche
Le fabbriche stanno sulla terra
come navicelle spaziali o sommergibili
pare che stiano per levitare o sprofondare
se non ci fosse il fumo
a tenerle in equilibrio
se non ci fossero uomini che devono tornarsene a casa
per non appesantirle troppo
e altri uomini che devono entrarci
per non alleggerirle troppo
tutti a tenerle in equilibrio
.
Mercati e mercati
Ci sono mercati di frutta, verdura e formaggi
e mercati di blue chips, bond e bitcoin
mercati dove l’uomo mangia pane
e mercati dove l’uomo ha sempre fame
Siano compatiti questi affamati
che si ostinano a non volerne sapere
di gorgonzola radicchio noci e pere
nemmeno un gheriglio
parlano solo di comprare la piazza del mercato
per metterla in una immobiliare
che starà sotto una holding
che verrà quotata in borsa
a Milano, Parigi e New York
allontanandosi sempre più dall’oggetto del mangiare
.
jani leinonen- il cavolo nel polmone
.
Nolo
Quel capitano d’azienda è l’ultimo
ad aver preso famiglia
a noleggio
moglie monofamiliare, prole ampia e luminosa, doppio cane interno
la situazione gli è sfuggita di mano
dopo il reso
ha organizzato cinquanta matrimoni e altrettanti divorzi
costituito famiglie ai quattro angoli del globo
spartito portafogli di investimento tra fratellastri
ora ha una rubrica su una rivista di settore
dà consigli su costituzione, fusione e liquidazione di famiglie
.
Biglietto
È salito sull’autobus e ha mostrato al controllore
i polsi
gli incavi dei gomiti
le ascelle
i linfonodi sono a posto
dica trentatré
il biglietto è stampigliato sulla lingua
la bocca contiene lo stretto necessario
ora che in piedi deve reggersi al nudo
.
Cinghia
A forza di stringere la cinghia
non si stupisce
di trovarsela al collo
mantiene contegno e si astiene
dagli stravolgimenti che fanno venire meno
la terra sotto i piedi
.
Saldi
Hanno rimpiazzato i manichini con i commessi
stanno studiando come smontare la testa gli arti le giunture
se trovano cartilagini ossa articolazioni rotte
possono sempre metterle in saldo
.
Tessono
Nei capannoni richiesto
lavoro altamente specializzato
considerata l’età:
saper cucire le ragnatele
per la notte
e le bocche
per la visita dell’ispettore
.
Resilienza
Cadendo
ha imparato a rimbalzare
e rimbalzando
a prendere lo slancio
per cadere da altezze sempre maggiori
Vengano gli amanti degli sport estremi
a vedere cosa sa fare un corpo resiliente
cosa può fare il mercato libero da funi e cavezze
.
Osso
A questi uomini non è rimasto un osso
non è questo il concetto di resilienza?
si può lavorare da casa in posizione yoga
non è un bel work-life balance?
evitare così la scoliosi e altre malattie professionali
in particolare di morire sul lavoro
ora che lì si vedono scheletri
che chiedono la pelle
.
Logo
Il logo, resistente al lavaggio a 90 gradi
si è esteso a tutta la maglietta
come una malattia contagiosa della pelle
da lì a oggetti di uso più o meno quotidiano
i più pavidi non toccano nulla se non indossando guanti
che hanno sequenze di logo
stampigliate uso vaccino
i più temerari ficcano il naso nei laboratori dei concorrenti
chiedono di prestare la faccia
nella realizzazione della pubblicità
.
Di riserva
Che si fa dopo che si è passati dall’agenzia interinale?
Si resta nelle retrovie, in allerta
è permesso gioire se servono rinforzi
per i compagni che cadono in prima linea?
una volta in trincea, si può andare in perlustrazione
per scavare nuove buche, allargare il fronte
o bisogna rintanarsi lì
come se si fosse al calduccio?
Non si sa più contro chi si combatte né per cosa
quando si sta nell’esercito industriale di riserva
.
Buco
Deve esserci un qualche buco
nella legge
e interstizi abitabili comodamente
in giacca e cravatta
sulla base di tariffe orarie
che prevedono un extra
per risalire alla superficie
per il traffico di scheletri da marcire
i palazzi di giustizia ossari da trafugare
.
NOTA SULL’AUTORE
Antonio Semproni (Tivoli, 1988) vive tra Tivoli e Roma. Ha pubblicato una raccolta di poesie in rima: Rime in prima copia, Controluna edizioni, 2020 (attestato di merito al Premio Lorenzo Montano 2022). Sue poesie sono apparse su vari blog (La rosa in più, Niedern Gasse, Mosse di Seppia, Collettivo Culturale TuttoMondo e La Seppia) e un suo racconto breve è apparso sul blog Gorilla Sapiens Finzioni.
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